Nel dialogo sempre più stretto tra moda, arte e architettura, la resina si è affermata come uno dei materiali più eclettici e contemporanei, oggi protagonista anche nei progetti di architettura del fashion: dalle boutique al set delle sfilate più scenografiche, dalle vetrine e alle installazioni immersive, dove il materiale diventa parte integrante dell’identità del brand.
Bottega Veneta, Gucci, YSL, Louis Vuitton e Salvatore Ferragamo sono solo alcuni dei nomi più patinati che hanno dato respiro alle resine Gobbetto attraverso i loro temporary stage, ovvero le sfilate, momenti topici dove i brand esprimono tutta la loro forza creativa con storytelling unici. La resina come superficie immaginifica, è un materiale trasformista per ambienti esperienziali, grazie alle sue qualità estetiche e performative che la tramutano in materiale scenografico: passerelle trasparenti o riflettenti, elementi fluttuanti sospesi, capsule immersive che avvolgono lo spettatore in una realtà parallela.
La resina, nei progetti di architettura del fashion non è più solo un materiale decorativo: è superficie, struttura, luce, concetto e diventa linguaggio di marca, firma stilistica, dove la resina crea pattern esclusivi, texture tattili o superfici custom che comunicano ricercatezza e innovazione. Diventa medium espressivo tra il linguaggio visivo del fashion design e quello spaziale dell’architettura, in un mondo dove il confine tra prodotto, spazio e immaginazione è sempre più sottile, la resina è capace di unire l’effimero della moda all’atemporalità del design.